Diario di Viaggio U12

E’ stato per lo piu un lampo intenso, rapido e luminoso… e poi il più classico dei tuoni ma nel nostro caso simpaticamente rumoroso.

Il primo torneo in trasferta per questa giovane squadra dura soltanto il tempo di una notte insonne, porta con se tanto buon umore, divertimento, pallavolo ed esperienza. Alla fine il bilancio sportivo si chiuderà con due partite perse e due partite vinte; ma è importante? Forse si, ma non è questo il momento di questa considerazione.

Diario di viaggio #1: Arrivo a castione

In questo sport si vince e si perde, ma quello che conta è che si lotta in ogni istante; qualche giorno fa ho letto uno scritto molto interessante di una giovane amante della pallavolo e un frase che che davvero mi ha colpito molto:

“la pallavolo non guarda in faccia le persone, non importa se meriti o no una vittoria, la pallavolo te la devi guadagnare con tutte le forze”

Da queste parole scritte da una 13 enne ho avuto la conferma, se mai ne avessi avuto ancora bisogno, che bisogna imparare ad ascoltare i ragazzi, capire le loro insicurezze e guidarli affrontando insieme a loro un percorso denso di insidie. A volte mi capita di pensare che avendo già spiegato loro qualcosa questo sia rimasto impresso, indelebile… molto spesso mi accorgo che non è così, e proprio per questo motivo mi sforzo di a perdere la pazienza o pensare che il mio lavoro sia inutile o da loro sottovalutato perchè è proprio in quel momento che hanno più bisogno di me, è proprio in quel momento che noi coache facciamo la differnza, ricordando loro con generosità che la nostra mano è li per loro.

Diario di viaggio #2: Interviste (im)possibili

Mi piace pensare che questa piccola grande esperienza porti con se un carico di entusiasmo per queste piccole atlete, mi piace pensare che oggi si conoscano più di ieri, mi piace pensare che la pallavolo sia per loro un mezzo per sviluppare se stesse in armonia ed equilibrio, mi piace pensare che tutto non finisca con una vittoria o una sconfitta ma che sia il preludio di una educazione finalizzata a migliorare costantemente se stessi, dominata dall’innocenza e la spensieratezza della loro giovanissa età.

Ti rimangono i video e ti rimangono le foto come testimoni nel tempo della strada che hai percorso. Mi piace pensare che questi non svaniscano e che un giorno qualcuna di loro possa sorridere rivendendo il video che uno (forse il più matto) dei sui allenatori le ha fatto, e ricordarsi di questi momenti per ritrovarli indelebili nel cuore come segno univoco del percorso di crediscita che (anche) lo sport le ha donato.

Quale era la considerazione rimasta aperta all’inizio? Ah si, le partite vinte o perse… è importante sapere che a 11 anni questo non conta!

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